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CARTONATURA
Tipo di rilegatura permanente usata di
frequente per realizzare le copertine rigide
dei libri. Dapprima le segnature vengono
cucite insieme lungo il dorso usando il fi lo,
poi il corpo del libro viene incollato lungo il
dorso, rifi lato lungo gli altri tre lati e incollato
alla copertina.
Ing: CASE BINDING
Fr: RELIURE CARTONNÉE
Ted: BUCHEINBAND
Sp: ENCUADERNACIÓN EN TAPA DURA
LIZART comunicazione visiva; Art director: Simonetta
Scala; Design: Maria Chinaglia, Simonetta Scala
CHROMA
Vedi saturazione.
CARATTERI SWASH
Caratteri fortemente decorativi dai tratti
allungati, spesso maiuscole che tendono
obliquamente verso destra. Nella forma di
maiuscole, i caratteri swash vengono solita-
mente usati come lettera iniziale della prima
parola di un capoverso, e spesso composti
da una misura di punti più grande rispetto ai
caratteri circostanti. Nella forma di minu-
scole, i caratteri swash si usano di solito nella
parte fi nale del capoverso, per l’ultima lettera
dell’ultima parola di una frase. Nonostante
l’eleganza che possono conferire al blocco
di testo, vanno adoperati con moderazione.
Una riga di caratteri interamente swash può
distrarre o essere illeggibile. Vedi anche
lettere maiuscole iniziali.
Ing: SWASH CHARACTERS
Fr: LETTRE ITALIQUE ORNÉE
Ted: ZIERBUCHSTABEN
Sp: LETRA DE FANTASÍA
Agenzia di pubblicità: TECNOSTUDI
CARTA PATINATA
Vedi rivestimento ad acqua.
CARATTERI SENZA GRAZIE (SANS SERIF)
Termine usato per riferirsi a un qualsiasi tipo
di carattere privo di grazie (serif), i piccoli
tratti aggiunti alle estremità dei tratti prin-
cipali. Paragonato ai molti caratteri con
grazie, in quelli senza grazie il contrasto tra
i tratti sottili e quelli spessi è solitamente più
ridotto, o addiritura assente; ciò può rendere
più agevole la comprensione di un tipo di
carattere progettato per essere letto sullo
schermo di un computer.
Ing: SANS SERIF
Fr: CARACTÈRES SANS EMPATTEMENTS
Ted: SERIFENLOS
Sp: PALO SECO
Courtesy: Archivio Baroni, Milano e archivio Brunazzi
& Associati, Torino
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CLIP ART
Illustrazioni disponibili sia per la stampa sia
in forma digitale, per l’uso nei layout grafi ci;
sono diffusi da molti anni per la loro facile
reperibilità, la varietà e perché sono liberi da
copyright. Vedi anche banca immagini.
Ing: CLIP ART
Fr: CLIPART
Ted: CLIPART
Sp: CLIP ART
Immagine: MP foto&grafi ca
CLASSIFICAZIONE DEI CARATTERI
Uno qualsiasi dei vari sistemi utilizzati per
classifi care i caratteri tipografi ci in base a
caratteristiche visive condivise, come la pre-
senza o l’assenza di grazie, somiglianze con
la scrittura manuale e così via. Poiché molti
caratteri tipografi ci possono trovarsi in più
di una categoria, questi sistemi di classifi -
cazione sono da intendersi come parametri
generici piuttosto che come defi nizioni rigide.
Ing: TYPE CLASSIFICATION
Fr: CLASSIFICATION TYPOGRAPHIQUE
Ted: SCHRIFTKLASSIFIKATION
Sp: CLASIFICACIÓN TIPOGRÁFICA
Courtesy: Archivio Baroni, Milano e archivio Brunazzi
& Associati, Torino
CITAZIONE ESTERNA
Citazione estratta da un articolo o da un altro
testo, collocata al di fuori del suo contesto
originale (ma solitamente nella stessa pagina)
e disposta in modo tale da attirare l’atten-
zione dei lettori. Le citazioni esterne vengono
spesso realizzate con caratteri molto più
grandi e a volte anche diversi rispetto al
corpo del testo. Si possono ottenere ulteriori
differenziazioni con il colore, gli ornamenti,
i bordi e altro.
Ing: PULL QUOTE
Fr: EXERGUE
Ted: HERVORGEHOBENES ZITAT
Sp: SUMARIO
AD. VENTURE Compagnia di comunicazione
Art director: Franco Mancinelli
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COLONNE
In quanto aree del layout della pagina in cui
viene collocato il testo, le colonne spesso
rappresentano gli elementi di base della
griglia dello stesso. Per layout con forte
concentrazione di testo, si usano spesso due
o più colonne; quelle alte e rettangolari sono
forse le più comuni, ma se ne trovano anche
in vari altri stili.
Ing: COLUMN
Fr: COLONNE
Ted: SATZSPALTE
Sp: COLUMNA
Agenzia di pubblicità: TECNOSTUDI
COLLAGE
Tecnica usata per creare un’opera artistica
originale che assembla carta, stoffa, fotogra-
e o altri media su tavola o tela, spesso in
modi inconsueti. Il nome deriva dal francese
coller, che signifi ca “incollare”. I collage
possono anche essere creati col digitale
“incollando” elementi a volontà, spesso
immagini scansionate di oggetti tridimensio-
nali con texture, secondo lo stesso spirito
del bricolage. Vedi anche fotomontaggio.
Ing: COLLAGE
Fr: COLLAGE
Ted: KOLLAGE
Sp: COLLAGE
Studio grafi co: Latveria Design
CMYK
Abbreviazione di cyan, magenta, yellow
e black (ciano, magenta, giallo e nero), i
colori utilizzati nella stampa con processo a
quattro colori. Combinati in coppie, i colori
primari sottrattivi ciano, magenta e giallo
riproducono i colori primari additivi rosso,
verde e blu, che corrispondono ai tre tipi
diversi di ricettori di luce nell’occhio umano.
In teoria, i tre primari sottrattivi combinati
producono il nero; tuttavia, nella prassi, il
risultato non è suffi cientemente ricco da
produrre una gamma completa di toni per
la stampa a colori; per questa ragione, il
nero viene incluso separatamente. Sono
noti anche come colori di processo.
Ing: CMYK
Fr: CMJN
Ted: CMYK
Sp: CMYK
Agenzia di comunicazione e immagine: Brunazzi
& Associati, Torino; Direttori creativi: Giovanni Brunazzi,
Andrea Brunazzi
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COLORE/I
Gli oggetti vengono percepiti dall’occhio umano di un particolare
colore a seconda della loro capacità di assorbire, rifl ettere o trasmet-
tere diverse lunghezze d’onda della luce. Le tre proprietà di base del
colore sono la tonalità, la saturazione, e la luminosità (anche chia-
mata valore o tono). Il termine colore viene anche usato dai tipografi
per riferirsi alla maggiore o minore luminosità complessiva di una
pagina di caratteri, o di un paragrafo rispetto a un altro. Vedi anche
ruota dei colori.
Ing: COLOR
Fr: COULEUR
Ted: FARBE
Sp: COLOR
LIZART comunicazione visiva; Art director: Simonetta Scala; Design: Maria
Chinaglia, Simonetta Scala
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COLORI PRIMARI
Colori che costituiscono i punti di riferimento
principali di una data ruota dei colori, equa-
mente distribuiti lungo la sua circonferenza.
Nella tradizionale ruota dei colori, usata per
mescolare i pigmenti, i primari sono il rosso, il
blu e il giallo. Altre ruote di colori sono basate
sui primari sottrattivi ciano, magenta e giallo,
e sui primari additivi rosso, verde e blu. Vedi
anche CMYK, colori secondari e terziari.
Ing: PRIMARY COLORS
Fr: COULEURS PRIMAIRES
Ted: PRIMÄRFARBEN
Sp: COLORES PRIMARIOS
LIZART comunicazione visiva; Art director: Simonetta
Scala; Design: Maria Chinaglia, Simonetta Scala
COLORI COMPLEMENTARI
Colori opposti l’uno all’altro nella ruota dei
colori, come lo sono, ad esempio, il rosso e il
verde nella ruota dei colori dei pigmenti. Sono
chiamati anche colori contrastanti. Poiché
l’abbinamento di colori complementari in uno
stesso disegno può risultare fastidioso, è più
diffuso l’uso di uno schema complementare
scisso, in cui un colore viene usato assieme
ai due contigui al suo complementare nella
ruota dei colori.
Ing: COMPLEMENTARY COLORS
Fr: COULEURS COMPLÉMENTAIRES
Ted: KOMPLEMENTÄRFARBEN
Sp: COLORES COMPLEMENTARIOS
Design: Alfredo Carlo
COLORI DI PROCESSO
Vedi CMYK e processo a quattro colori.
COLORI ANALOGHI
Due o più colori contigui l’uno all’altro
nella ruota dei colori (ad es. verde, giallo-
verde e giallo). Poiché i colori analoghi
sono “parenti stretti”, usandone due o tre
insieme generalmente si ottiene un disegno
dall’aspetto armonico.
Ing: ANALOGOUS COLORS
Fr: COULEURS ANALOGUES
Ted: ANALOGE FARBEN
Sp: COLORES ANÁLOGOS
AIPEM Marketing e comunicazione integrata;
Art director: Daria Biasizzo, Luca Pagot; Copywriter:
Maurizio Clemente; Account manager: Andrea Fioritto
Foto: Alessandro Paderni
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